Cosa fare contro il bullismo a scuola: 13 consigli

Ultimo aggiornamento: 02.12.24

 

Un fenomeno diffuso non solo a scuola: vediamo insieme di cosa si tratta e come affrontare al meglio problemi come il bullismo e il cyberbullismo

 

Accade molto di frequente che i bambini e i ragazzi incontrino fenomeni come il bullismo psicologico  a scuola o anche al di fuori, ma non manca quello fisico, che lascia segni molto visibili e preoccupa certamente i genitori. Come affrontare questa situazione angosciante per grandi e piccini? Vediamo insieme qualche suggerimento per tutelare gli indifesi.

 

Cos’è il bullismo e cosa fare quando accade

Si tratta purtroppo di un fenomeno molto frequente, che porta un bambino o un ragazzo ad avere atteggiamenti vessatori e anche violenti nei confronti di un coetaneo o anche di una persona più piccola. Non è relegato alla scuola, ma si manifesta in luoghi di gioco, sugli scuolabus, quando i ragazzi escono e non solo dal vivo.

Esiste infatti il cyberbullismo, che ha come teatro Internet e il web, oggi reso ancora più violento da social come Facebook, Instagram o Tik Tok. Come comportarsi se ci si rende conto che nostro figlio è preso di mira dai bulli? Noterete sicuramente cambiamenti nel loro umore, una certa irritabilità, in quanto difficilmente chiederanno il vostro aiuto.

Ecco qualche consiglio da seguire se vi rendete conto che la situazione è questa:

1. Avvertite i funzionari scolastici di quello che sta accadendo e cercate di creare con loro una strategia che possa tutelare vostro figlio e anche gli altri ragazzi presi di mira.

2. Rassicurate vostro figlio e insegnategli a chiedere aiuto, quindi a fidarsi degli adulti, avendo come riferimento non solo voi ma anche un insegnante a loro gradito, che dovrà essere avvisato subito.

3. Ascoltate le emozioni del ragazzo e ponete l’accento sulla gravità di tutti i tipi di bullismo, mostrando solidarietà ed empatia nei suoi confronti.

4. Istruite il bambino sul comportamento da avere con il bullo, quindi insegnategli a guardarlo negli occhi, a mantenere un atteggiamento tranquillo e a reagire andando via quando l’altro diventa più aggressivo. Le risposte giuste da dare al bullo saranno: “Non mi piace ciò che dici” oppure “Ti chiedo la cortesia di non comportarti così nei miei confronti”.

5. Stimolate il bambino a coltivare rapporti interpersonali con i suoi coetanei, evitando così che, per paura, si isoli.

6. Monitorate tutti i social media usati da vostro figlio e i messaggi, così da prevenire questo e altri problemi.

 

Cosa fare se nostro figlio è un bullo

Forse è ancor peggio scoprire che il proprio figlio è colui che fa del bullismo: come intervenire in questo caso? Ecco qualche suggerimento utile.

1. Spiegate al bambino cos’è il bullismo e chi è il bullo, mettendo l’accento sul fatto che si tratta di qualcosa di negativo.

2. Insegnate a vostro figlio l’empatia, quindi a mettersi nei panni dell’altro: a lui piacerebbe se un altro bambino si comportasse in questo modo con lui?

3. Date l’esempio con il vostro comportamento, quindi dimostrate ai vostri figli che è possibile ottenere tutto con la gentilezza e non prevaricando sugli altri.

4. Fate degli elogi al bambino quando si comporta con gentilezza, non denigrate questo tipo di comportamento, che altrimenti verrà vissuto come negativo.

5. Collaborate con gli insegnanti e i genitori dei bimbi che il vostro bullizza, per trovare una soluzione al problema.

Se il bambino assiste ad atti di bullismo

Può anche accadere che vostro figlio sia presente quando qualcuno usa bullismo nei confronti di un altro bambino. Cosa fare allora in quel caso?

1. Spingete il bimbo a denunciare questi comportamenti agli adulti e a unirsi agli altri bambini per dire al bullo di smettere di comportarsi così.

2. Insegnategli a sostenere i bimbi bullizzati, includendoli nelle loro attività.

 

Cos’è il cyberbullismo

Se vogliamo essere precisi, la definizione di questo fenomeno ci viene data dal MIUR ed è la seguente: “ ll cyberbullismo definisce un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, instant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo e quello di provocare danni a un coetaneo incapace di difendersi”.

Una volta che avrete affrontato l’argomento, vi renderete conto che il bullismo viene spiegato ai bambini in maniera molto semplice e lo stesso si può fare anche con il cyberbullismo, che altro non è se la sua trasposizione nel web.

La Legge fortunatamente tutela chi lo subisce, infatti ogni comportamento nella rete può essere tracciato e denunciato alla Polizia Postale. Quando compiono 14 anni, infatti, i ragazzi diventano penalmente responsabili dei loro gesti, anche nel web. 

Cosa dice la Legge

Il bullismo e cyberbullismo spiegato ai ragazzi è un’arma di tutela nei confronti di tutti coloro che hanno antipatie reali nei confronti dei loro coetanei e decidono di sfogarle in questo modo. Cercando di far capire i meccanismi che intervengono, è possibile, anche tramite l’aiuto di uno psicologo e della psicologia, prevenire tali atteggiamenti.

Per quanto concerne il cyberbullismo, viene in aiuto anche la Legge, come la magica bacchetta di Harry Potter. La nr.71 del 29 maggio 2017 ha introdotto una normativa che tutela i minori e che prevede:

– Una informativa alle famiglie, ovvero il dirigente scolastico, che viene a conoscenza di questi avvenimenti, deve mettere a conoscenza i genitori o i tutori del minore e attivare delle procedure educative per contrastare il fenomeno.

– Un ammonimento, ovvero “fino a quando non è presentata querela per taluno dei reati cui agli artt. 594 (Ingiuria), 595 (Diffamazione) e 612 (Minaccia) del Codice Penale e all’art. 167 del Codice per la protezione dei dati personali, di cui al Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196, commessi, mediante la rete Internet, da minorenni di età superiore agli anni 14 nei confronti di altro minorenne, è applicabile la procedura di ammonimento di cui all’articolo 8, commi 1 e 2, del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2009, n. 38. A tal fine il questore convoca il minore, insieme ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale; gli effetti dell’ammonimento cessano al compimento della maggiore età”.

– L’oscuramento: “il minore che abbia compiuto almeno 14 anni e i genitori o esercenti la responsabilità sul minore, possono inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito Internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore, diffuso nella rete internet. Se non si provvede entro 48 ore, l’interessato può rivolgersi al Garante della Privacy che interviene direttamente entro le successive 48 ore. La Polizia delle Comunicazioni promuove progetti per sensibilizzare i giovani ad un uso sicuro, consapevole e responsabile del web”.

 

 

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