Quali sono i giochi giusti in base all’età

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Esiste un modo per stabilire quale gioco sia quello più indicato per una fascia di età? Vediamo cosa ne pensano i pediatri dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma

 

Secondo i medici che si occupano dell’infanzia, il gioco, come è ben risaputo, non è solo puro divertimento, ma è il canale attraverso il quale i bambini si rapportano con gli altri e con il resto del mondo, quindi un modo per crescere nella maniera più equilibrata possibile.

Per questa ragione è bene non commettere errori e optare per quello indicato per l’età del bimbo, in quanto, in caso contrario, si rischia di ottenere un effetto sbagliato, ovvero di portare al bambino una grande frustrazione: se regalate un gioco adatto per un ragazzo di 12 anni a uno di otto, il risultato sarà quello di far sentire il bimbo incapace di svolgerlo.

Un altro aspetto importante da considerare è, al contrario, quello di non fare distinzione tra maschi e femmine, in quanto ognuno dovrà scegliere autonomamente il gioco più indicato per i propri gusti.

 

A partire dai 4 mesi

I pediatri saltano a piè pari i primi mesi di vita del bambino, che in questo momento della sua vita ha l’unica esigenza di venire a contatto con il corpo della mamma e del papà, di mantenere sempre il contatto visivo con i genitori e quindi di sentirsi protetto: nessun gioco se non farfalline con le mani, viso nascosto e simili, sempre regolandosi con le reazioni del piccolo.

Partendo però dai 4 mesi, il bimbo inizia a sviluppare i cinque sensi, per cui ha la necessità di venire a contatto con gli oggetti, che tocca e spesso mette anche in bocca. I pediatri sostengono che la via giusta sia quella di seguire ciò che dice il metodo Montessori, ovvero quello di creare la cosiddetta “cesta dei tesori”.

Basterà mettere all’interno di un recipiente alcuni oggetti di uso comune, optando per forme e materiali diversi, così che il bambino possa sperimentare un diverso ritorno tattile: andranno bene, per esempio, un pennello per il trucco, una spazzola, un rotolo di nastro adesivo e così via, fino a quando il piccolo non li avrà ben compresi.

A questo punto potrete sostituirli gradualmente con altri, che stimolino nuovamente l’interesse del bimbo. 

Dai 12 ai 18 mesi

Quando i bimbi hanno compiuto almeno un anno di età, il loro scopo principale è quello di imitare tutte le azioni che compiono i genitori, come il dare da bere o da mangiare, che possono riprodurre su una bambola.

A partire quindi da questa età possono interagire con oggetti di uso comune, che naturalmente dovranno manovrare sotto l’attenta vigilanza degli adulti.

 

Dai 2 anni

Una volta compiuti i 2 anni, i bambini hanno oramai sviluppato tutte le loro capacità e possono sfruttare la fantasia per immaginare di essere tutto ciò che possono sognare: un supereroe, un personaggio magico, una mamma e un papà e così via.

Parliamo di quello che si chiama “gioco simbolico”, fondamentale per aiutare i bambini a capire bene quali siano le loro potenzialità e a comunicare con gli altri: non un semplice esercizio di fantasia, quindi, ma un modo per esprimere le proprie emozioni.

 

A partire dai 3 anni

Al compiersi dei 3 anni di età, i bambini sono già in grado di creare da soli delle storie, per cui possono facilmente interagire con i loro coetanei. Se decidete di regalare ai vostri figli un gioco, quindi, a parte il rimanere sempre in tema con l’età, è opportuno anche optare per un passatempo abbastanza neutro, ovvero che lo porti a sfruttare la sua creatività.

Ciò non solo eviterà di farlo sentire frustrato, ma sarà tale da consentirgli di mettersi alla prova, sviluppando ancora di più le proprie attitudini. Un altro suggerimento, molto importante, è inoltre quello di non rinchiudere i propri figli negli stereotipi di “maschio” e “femmina”, quindi è bene lasciarli liberi di confrontarsi con varie attività, senza mettere il sesso come un limite.

 

Giochi o libri?

Premettendo che la lettura è un elemento fondamentale nell’educazione dei figli, è opportuno optare per ciò verso cui i vostri bambini si sentono più indirizzati. Il consiglio è quello di non trascurare mai il libro, quindi di spingere anche i più restii ad avvicinarsi alla carta, magari scegliendo come tematiche quelle preferite dai ragazzi o dalle ragazze.

Potrete quindi selezionare un gioco che includa la lettura oppure aggiungere al passatempo che vostro figlio richiede anche un libro, per stimolare la conoscenza. Per le bambine, per esempio, potrete optare per uno dei giochi delle LOL venduti online, che stanno tanto spopolando, ma con la promessa di leggere anche un bel testo.

Non si deve trattare di un ricatto, ma di uno stimolo che, è sempre bene ricordarlo, porterà i piccoli a diventare sempre più consapevoli e a fornire loro gli strumenti utili per esercitare, un domani, anche i loro diritti da adulti.

Videogiochi: sì o no? 

Arriviamo al quid della questione: giochi sì, ma videogiochi? Tenere lontani i bambini da quello che ormai è il divertimento preferito da grandi e piccini è abbastanza arduo: come comportarsi allora?

Secondo i pediatri, l’età minima dalla quale è preferibile venire a contatto con i videogame sono i 6 anni di età: al di sotto di questa soglia, si corrono grossi rischi per i bambini e le bambine. Bisogna anche verificare che non si tratti di giochi con tematiche violente o poco educativi, per cui è bene che gli adulti siano sempre lì a vigilare.

Inoltre i medici sottolineano l’importanza di non esagerare con le ore trascorse davanti allo schermo: in sostanza, non si devono “parcheggiare” i propri bambini in balìa di questi giochi, ma basteranno non più di 60 minuti, per poi far passeggiare i propri figli all’aria aperta.

 

 

 

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