Avete sicuramente giocato da piccoli a un due tre stella…o era un due tre stai la? Vediamo insieme quale sia il vero nome di questo passatempo e le sue regole
Da piccoli abbiamo avuto modo di fare tanti giochi diversi, soprattutto all’aperto: dalla campana, alla palla prigioniera, fino alle filastrocche come “le tre civette sul comò” e così via. Se siete dei bambini, di certo avrete provato più volte a tirare il pallone in una delle porte da calcio disseminate nei parchi oppure ve ne sarete fatti acquistare una.
Ma non sarà stato difficile coinvolgere anche i genitori in giochi come 123 stella per emozionarsi sempre di più e mettere alla prova le proprie capacità. Eppure, molti di noi sono rimasti di stucco quando è iniziato ad aleggiare il sospetto che non si chiamasse proprio così.
Anche questa volta ci pensano i social network, visto che è proprio lì che è partita una vera e propria campagna per spiegare che, per quanto possa essere bello il fatto che un due tre stella sia una frase dolce, purtroppo non è il nome esatto del gioco che invece è un due tre stai la.
Uno due tre stella? Non esattamente
In effetti questa spiegazione ha un senso logico: se si pensa che 1 2 3 stai là è proprio ciò che dice chi si poggia al muro prima di voltarsi e verificare chi si è mosso. Quindi, è naturale che l’intimazione sia proprio di restare fermo, nella posizione iniziale, altrimenti si esce dal gioco.
Dall’altro lato c’è anche una valida spiegazione sotto il punto di vista etimologico: un due tre stella o stai la? Senza dubbio la seconda, visto che deriverebbe dal piemontese “un due tre ste’ là”, che viene tradotto con “stella” al posto di “stai la”.
Chi è refrattario ai cambiamenti, soprattutto se riguardano ricordi ben fermi dell’infanzia, può obiettare sul fatto che, quando uno dei giocatori arriva a toccare il muro, deve gridare proprio la parola “Stellone”. In realtà ciò è dovuto proprio alla storpiatura del nome finale della frase.
Regole di uno due tre stai la
Conoscere le regole di uno due tre stai la può aiutarci anche a capire il suo nome: ci sono alcuni giocatori che si mettono dietro una linea, mentre chi è nominato il capogioco si mette di spalle agli altri e si appoggia a un muro o a un albero, con l’accortezza di stare abbastanza distante dagli altri partecipanti.
A questo punto, il capogioco dovrà pronunciare la fatidica frase “un due tre stai là” (o stella?) e voltarsi verso i giocatori. Quando il capogioco è di spalle, questi possono muoversi, per raggiungere il muro, ma quando si gira dovranno fermarsi, in quanto, se vengono colti mentre cambiano posizione o camminano, dovranno tornare al punto di partenza.
Il gioco va avanti fino a quando uno dei partecipanti non arriva al muro e quindi spodesta il capogioco.
Le varianti del gioco
In base alle varie regioni italiane ci sono alcune modifiche al gioco: in Basilicata si dice “per le vie di Roma”, “L’orologio (a Milano) fa tic tac” o ancora “sché che” a Bari. Addirittura questo gioco è stato molto popolare anche in Gran Bretagna, dove la sua variante è “Red light, green light”, che fa riferimento proprio alle luci del semaforo.
In questa versione i giocatori si muovono quando il capogioco dice “Green light”, ma devono bloccarsi immediatamente quando dice “Red light”. Un altro gioco simile è il “Grandmother’s footsteps”, in cui il bambino impersona la nonna, ma il meccanismo non cambia.
Avete visto Squid Game?
Questo gioco ha suscitato nuovamente interesse dopo l’uscita su Netflix di Squid Game, la serie sudcoreana che ha come primo episodio proprio quello con il nome del gioco. Attenzione! Non leggete oltre se non volete un bello spoiler di quello che succede!
Qui c’è una bambola gigante che fa da capogioco e che è un robot.: i 456 giocatori scelti devono riuscire, in 30 minuti, a superare la linea in fondo al campo, se vogliono sopravvivere. La versione di Squid Game è molto più cruenta, infatti chi si muove e viene rilevato dalla bambola robot, che ha sensori negli occhi, o chi non riesce a compiere l’azione entro il tempo stabilito, viene fucilato, quindi muore!
Questo episodio è diventato talmente iconico che viene riprodotto in tutti i trailer e le immagini della bambola sono oramai protagoniste di vari meme. Naturalmente non vi consigliamo di eseguire questa variante del gioco, visto che, tra l’altro, la serie ha suscitato diverse polemiche, tanto che c’è una petizione per farla rimuovere.
Se da un lato capiamo la preoccupazione dei genitori, spaventati dall’emulazione di giochi simili, dall’altro ci rendiamo conto di come il passato ritorni sempre e quindi di come, a volte, ritornare a fare i giochi all’aperto, quando possibile, rende più facile la comunicazione e l’aggregazione tra grandi e piccini.
Per questa ragione, se guardate Squid Game e ricordate di Un due tre stella o stai la, potrete trasmettere ai vostri figli la bellezza di un gioco che ci emozionava, ci portava alla sana competizione e ci faceva muovere all’aperto, con il vantaggio di non restare incollati a uno schermo per ore e ore.
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